Concerto in Cattedrale – Kandinskij Chamber Ensemble

Ottobre 27, 20170

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FESTIVAL LE VIE DEI TESORI

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Concerto in Cattedrale
Sabato 28 Ottobre, ore 19,30
Cattedrale di Monreale

KANDINSKIJ CHAMBER ENSEMBLE

Tullia Bellelli, soprano
Luigi LonginiGiulio Di Majo violini
Paolo Lombardo  viola
Tiziana Cilluffo  violoncello
Antonio Vivaldi – Laudate pueri [Salmo 112] per soprano, due violini, viola e b.c.
Antonio Vivaldi – Nulla in mundo pax sincera

ingresso libero

 

 

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Tullia Bellelli, soprano palermitano. Ha iniziato gli studi sotto la guida del M° Franco Ballo. Inizia rapidamente un’intensa attività concertistica per le maggiori associazioni musicali siciliane.Nell’Agosto 2006 partecipa alla Master Class tenuta dal M° Gazzani, e dal Febbraio 2007 studia con il M°Simone Alaimo e Vittoria Mazzoni. Nel 2007 debutta nel ruolo di Violetta per La Traviata a Palermo, e nel ruolo di Oscar di “Un Ballo In Maschera” a Nichelino (To) .Nel Giugno 2008 debutta, sotto la direzione e la regia di S. Alaimo, nel ruolo di Susanna ne “Le Nozze Di Figaro”. Bosco Marengo (Al) ed a Cuneo ne Elisir d’Amore di G. Donizetti il ruolo di Adina.
E’ vincitrice nel 2008 del Premio Speciale Maria Callas al XXXIX Concorso Internazionale V. Bellini.

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Nulla in mundo pax sincera (RV 630) è un mottetto sacro composto da Vivaldi su testo latino di anonimo. Il titolo può essere tradotto “Nel mondo non c’è pace sincera”. Il testo si sofferma sulle imperfezioni di un mondo traboccante di male, e chiede a Gesù Cristo la salvezza. Composto nel tipico stile Barocco italiano lirico, è orchestrato per soprano solista, due violini, viola e basso e modellato sul genere della cantata profana, in uno schema tipico che prevede due Arie col da capo collegate da un Recitativo e un Alleluja conclusivo. Buona parte della notorietà di questa composizione si deve all’utilizzazione della prima Aria nella colonna sonora del film Shine.

 Nei tradizionali repertori dell’Ospedale della Pietà, il salmo vespertino Laudate pueri si presenta in origine come una composizione concertata per voci soliste, coro e orchestra. Delle quattro versioni rielaborate dallo stesso Vivaldi  mantengono l’orchestrazione originale la RV602, per due cori, e il suo successivo rifacimento RV603. Ben diverso il caso di RV600 e del più tardo RV601, entrambi scritti per soprano solo e archi. Michael Talbot ha ipotizzato che quest’ultimo sia stato composto dopo il 1725 per la Corte di Dresda, e per una voce magistralmente padrona dell’agilità e di un’estensione a quel tempo poco comune: due ottave, fino al re acuto. Per mantenere varietà di soluzioni in una composizione prima destinata al coro e riscritta per voce sola, Vivaldi dovette fare affidamento soprattutto sulla bravura e versatilità del cantante. E in RV601 i risultati furono mirabili. Nel “Laudate” il canto utilizza volate e figurazioni con note ribattute. In “Sit nomen” la scrittura vocale è di maggior cantabilità ed è illeggiadrita da ampi ricorsi al trillo, nel migliore stile galante. In “A solis ortu”, apice di contrasti, il sorgere del sole è tradotto da un’ascesa della linea melodica, culminante nel re acuto. In “Excelsus super omnes” il tradizionale lirismo del tempo di “siciliana” conosce la contaminazione di estesi intervalli e rapide volatine ascendenti. Nel concitato “Suscitans a terra”, un esordio declamatorio introduce periodi ora cantabili ora di agilità. Più squadrato ritmicamente è invece il canto dell’”Ut collocet”. Al Gloria, di più eterea scrittura, succede, simile all’Alleluja di un mottetto solistico la virtuosistica pagina melismatica dell’”Amen”, scolpita nel finale da un arduo e insistito impiego di note acute ribattute.

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